Kissing Gorbaciov


23/02/2024 - 24/02/2024

Proiezione unica ore 21

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Regia: Andrea Paco Mariani, Luigi D'Alife
Interpreti: Andrea Paco Mariani, Luigi D'Alife, Roberto Zinzi
Origine: Italia
Anno: 2023
Soggetto:
Sceneggiatura: Nicola Zambelli, Salvo Lucchese
Fotografia:
Musiche: Claudio Cadei
Montaggio: Angelica Gentilini
Produzione:
Distribuzione:
Durata: 90


Se questo pezzo fosse uscito vent’anni fa, non avremmo dovuto nemmeno spiegare chi erano o cosa hanno rappresentato i CCCP-Fedeli alla linea nella scena musicale e culturale italiana, e non lo faremo nemmeno qui, diremo solo che furono probabilmente la più importante ed influente band punk underground italiana, musicalmente eversivi, intellettualmente preparati, alimentati da forze anarchiche e caotiche, e dal rifiuto delle stesse, filosovietici ma anche in costante rottura con il regime ideologico e culturale costituito, con una precisa e vitale coscienza sociale e consapevolezza della loro unicità. Contaminazioni teatrali, metafisiche e mistiche trovarono in loro una sintesi assolutamente inedita, un’esperienza che non trova simili e che non fu mai più ripresa né imitata, tale fu la sua singolarità.
Praticamente tutto ciò che una band, al giorno d’oggi, non può più essere, neppure volendo, perché, come dice Giovanni Lindo Ferretti, la musica oggi è, e non può essere altro, che puro intrattenimento.
Kissing Gorbaciov racconta di un episodio in particolare, che vide coinvolti oltre ai CCCP, altre band italiane dell’epoca, uno scambio tra Italia e Russia senza precedenti, nato all’interno di una congiuntura temporale che ha caricato enormemente il suo significato simbolico.
Siamo nel 1988, comincia la grande primavera russa, l’apertura al mondo occidentale, la politica denominata Perestroika, portata avanti da Mikhail Gorbachev (o Gorbaciov), personaggio cruciale, amatissimo all’estero e contestatissimo in patria, che cambiò per sempre il volto della Russia.
Le idi di Marzo, questo il nome dell’evento leggendario, un festival musicale la cui prima fase ebbe luogo nel paesino di Melpignano, in Salento. In quell’occasione vennero invitate band russe, che per la prima volta suonarono fuori dall’Unione Sovietica con la benedizione dello stesso Gorbaciov, che, una volta venuto a conoscenza del progetto, decise di sostenerlo e finanziarlo. La seconda parte dell’evento prevedeva invece il tour delle band italiane in Unione Sovietica. Gli alfieri prescelti per l’avventura furono i Litfiba, i CCCP, Rats, Mysta & Missis. Il documentario raccoglie testimonianze tra i membri delle band, (Litfiba esclusi), gli organizzatori del festival, critici musicali e giornalisti, russi ed italiani, con riflessioni ed interviste ricche di racconti, ricordi ed aneddoti: l’incontro tra i CCCP e i Litfiba, le performance teatrali improvvisate di Annarella sulle scale di San Basilio nella piazza rossa, davanti alla tv russa e ad un pubblico di passanti curiosi ed increduli, gli incredibili viaggi sui treni russi, le provocazioni di Piero Pelù, che girava con in testa un colbacco di visone, come Gengis Kahn; racconti di personaggi che ancora stentano credere all’esperienza che li ha visti protagonisti.
L’impressione che lascia questo documentario è profonda e i meriti vanno agli autori che hanno saputo fare emergere i personaggi con commenti visivi, immagini di repertorio, inserti di telegiornali sovietici, filmati d’archivio. In altre parole, avevano del materiale estremamente prezioso tra le mani, e sono stati capaci di maneggiarlo, ed arricchirlo, con grande cura. Rinunciando, è vero, alle possibilità esplorate da lavori precedenti che hanno visto come oggetto i CCCP, (Germano Maccioni utilizzò spezzoni di Pudovkin nel suo Fedele alla linea; Davide Ferrario, con il suo Sul 45 Parallelo, scelse un approccio più intimista, cercando traiettorie spirituali e geografiche, e l’ipnosi nell’immagine). Ma qui, sebbene siano loro il pezzo da novanta, non si trattava di parlare dei CCCP, ma di un evento storico irripetibile.
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