Inshalla a Boy

Inshallah Walad


17/03/2024

Ore 21. Proiezione aperta a soci e non soci del Circolo

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Regia: Amjad Al Rasheed
Interpreti: Nawal - Mouna Hawa, Rifqi - Haitham Omari, Lauren - Yumna Marwan, Souad - Salwa Nakkara, Ahmad - Mohammad Al Jizawi, Hassan - Eslam Al-Awadi, Nora - Celina Rababah
Origine: Giordania, Francia, Arabia Saudita, Qatar
Anno: 2023
Soggetto:
Sceneggiatura: Amjad Al-Rasheed, Rula Nasser, Delphine Agut
Fotografia: Kanamé Onoyama (AFC)
Musiche: Jerry Lane, Andrew Lancaster
Montaggio: Ahmed Hafez
Produzione:
Distribuzione: Satine Film
Durata: 116


Giordania, 2019. Nawal (Monna Hawa) è una giovane badante con una figlia ancora piccola. Nora (Celina Rababah). Rimasta vedova improvvisamente, la donna si ritrova con le spalle al muro, avendo di fronte la prospettiva di perdere la figlia e la casa in un solo colpo: il marito, che aveva lasciato il lavoro senza dir niente e la tradiva, non aveva pagato le rate del suo pick-up; inoltre, suo cognato fa di tutto per spingerla a dargli i soldi che gli spettano e che pretendeva dal morto. Affermando di fronte al giudice di essere incinta del marito scomparso, senza averne alcuna certezza, Nawal spera di prendere tempo per risolvere tutti i problemi insorti nella sua vita.
«Non credo che il film riguardi soltanto la società giordana. Affronta le disuguaglianze e le violenze imposte alle donne in tutto il mondo. In Giordania affronto questa disposizione della Sharia, ma potrei fare un film in Europa e parlare del divario salariale. Su scala globale, ci sono molte regole e leggi che fanno sì che le donne si sentano inferiori ed è questo che ho voluto denunciare» così descrive il film Amjad Al Rasheed (1985), che ha portato Inshallah a Boy alla ribalta grazie al passaggio in vari festival internazionali europei (Semaine de la Critique di Cannes e Festival di Salonicco), asiatici (Golden Rooster Film Festival in Cina) e americani (Mystic Film Festival). Non sono mancate lodi di rilievo, specialmente per la protagonista Mouna Hawa che ha vinto ben cinque premi come miglior attrice protagonista, ma di certo un grande invito alla visione è stata la candidatura all’Oscar come opera rappresentante della Giordania. Il film brilla per la sua attenzione alle dinamiche familiari e alle pressioni psicologiche e culturali, senza dimenticare lo scandaglio psicologico della protagonista, le cui paure sono giustificate ed amplificate dal fatto che l’indipendenza decisionale ed economica non siano mai state nelle sue mani: la responsabilità e la libertà sono per lei una scoperta, qualcosa di spaesante e il regista riesce perfettamente a mostrare i suoi timori e le sue impreparazioni di fronte ai rischi che le si presentano davanti. Meno coinvolgente è invece la sottotrama dell’aborto di Lauren, nipote della donna assistita da Nawal, in cui la protagonista rimane coinvolta. La storia avrebbe meritato una trattazione indipendente e in rapporto con la trama principale pare troppo costruita, in tutto e per tutto, come rovesciamento della situazione di Nawal: per questo pare allo spettatore meno naturale e spontanea del dovuto, senza peraltro dare al film delle modifiche significative. L’obiettivo era certamente quello di mostrare che, benestanti o povere, le donne non scappano alla violenza del mondo familiare e della cultura descritta, ma forse queste due storie avrebbero dovuto specchiarsi meglio attraverso film distinti, componendo in questo modo un dittico.
Antonio Canzoniere, Ciak

Primo film giordano presentato al Festival di Cannes, nella sezione Semaine de la Critique, dove ha vinto il prestigioso premio Gan per la distribuzione e il Premio Rail d’Or e già vincitore del premio La Biennale di Venezia Final Cut in Venice come Migliore work in progress, arriva finalmente nelle sale italiane Inshallah A Boy, opera prima del regista giordano Amjad Al Rasheed. Candidato all’Oscar per la Giordania e vincitore di numerosi e significativi premi nei festival di tutto il mondo, il film ha colpito critica e pubblico per la sua storia di contemporanea rilevanza e per la splendida interpretazione di Mouna Hawa. Inshallah A Boy sarà distribuito da Satine Film a partire dal 14 marzo. Inshallah A Boy è ambientato nella Giordania dei giorni nostri. Dopo la morte improvvisa del marito, la trentenne Nawal fatica a far fronte allo sconvolgimento della sua vita. Oltre al dolore della perdita e al ritrovarsi da sola, con una bambina ancora piccola, deve conciliare i rigidi orari imposti dal suo lavoro come badante di un’anziana signora con le necessità scolastiche della figlia Nora. Questa nuova, inaspettata, situazione che si ritrova a fronteggiare viene ulteriormente aggravata dalle richieste del cognato che, approfittando di quanto previsto dalla Sharia lì applicata, avanza pretese di eredità da parte della famiglia del defunto che prevedono anche l’abitazione dove Nawal e Nora vivono e lo stesso affidamento della piccola. Nel disperato tentativo di proteggere la casa e la figlia, Nawal ricorre alla menzogna, fingendo una gravidanza per prendere tempo e innescare così la presunzione che possa nascere un figlio maschio, cosa che la tutelerebbe da eventuali pretese ereditarie. Con solo tre settimane per trovare una soluzione, Nawal intraprende un viaggio che mette a dura prova le sue paure, convinzioni e moralità, essendo disposta a tutto pur di proteggere quanto legittimamente le spetta e il futuro di sua figlia…
Danilo Gargano, cinematograhpe.it