The Old Oak


08/12/2023 - 09/12/2023

Proiezione unica ore 21

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Regia: Ken Loach
Interpreti: Dave Turner - TJ Ballantyne, Ebla Mari - Yari, Debbie Honeywood - Tania, Reuben Bainbridge
Origine: Regno Unito, Francia, Belgio
Anno: 2023
Soggetto:
Sceneggiatura: Paul Laverty
Fotografia: Robbie Ryan
Musiche: George Fenton
Montaggio: Jonathan Morris
Produzione:
Distribuzione:
Durata: 113


Un pub-teatro, un tempo robusto come una quercia, in un paese della contea di Durham, Inghilterra. Un luogo chiuso, un mondo chiuso. Tra ricchi e poveri, tra comunità locale e immigrati, c’è sempre qualcuno più emarginato degli altri, qualcuno cui si vorrebbero sottrarre dignità e forza. Così, quando arriva un pullman di profughi siriani, la lotta di classe diventa anche lotta etnica: mentre il pub del titolo, colpevole di essere un ambiente aperto all’integrazione, viene fatto bersaglio di azioni violente, sono ben poche le persone che non mostrano ostilità, rabbia, disprezzo, a cominciare da un giovane incattivito che rompe la reflex di una fotografa appena giunta sul posto. Ken Loach è uno dei pochi ormeggi rimasti per un’identità politica e sociale che si prenda cura degli ultimi, non per nostalgia ma per desiderio di una società equa, che provveda alla sopravvivenza di tutti. Assieme al fedele sceneggiatore Paul Laverty, firma con The Old Oak uno dei suoi film più struggenti, che guarda al tramonto di un mondo che non vuole più essere ospitale, nel quale anche il manicheismo a volte esasperato dei lavori precedenti si stempera nella perdita della speranza. Perché i buoni non sembrano nemmeno più tanto buoni, e perché la possibilità vagheggiata di una società migliore si allontana sempre più. Eppure bisogna ancora crederci: la scena della cattedrale e della visita a casa di chi ha perso il padre ci dice che non tutto è perduto, anche se lo stesso regista ne è convinto forse meno di una volta. In uno dei finali di Loach più addolorati di sempre, il pub-quercia, metafora palese, cerca di restare in piedi, nonostante l’insegna fatichi a tenere dritte le proprie lettere.
Adriano de Grandis

The Old Oak (traduzione letterale: “La vecchia quercia”) è un film sul passato, su tanti passati, nel quale ci si chiede se esista un futuro. La risposta, nel finale, è commovente e aperta: a 87 anni e, parole sue, al suo ultimo film Ken Loach non è così sicuro che ci sia un futuro, ma ci invita a lottare per costruirlo. Siamo sulla costa nord-orientale dell’Inghilterra, a Murton, un paesino sul mare che una volta era un centro dell’estrazione del carbone. The Old Oak è l’unico pub ancora aperto. Dai tempi della Thatcher da quelle parti non c’è lavoro e non c’è speranza, ma c’è sempre qualcuno che sta peggio di te (…) The Old Oak gioca sulla contrapposizione fra Oriente e Occidente: il Terzo mondo ribolle di violenza e nel frattempo la civiltà occidentale divora i propri figli. Ricreare il passato è utile? Forse. Ken Loach oscilla fra l’utopia (che vuole cambiare il mondo) e il piccolo gesto quotidiano (che può cambiare la vita anche di una sola persona). The Old Oak non è il miglior film di Ken Loach ma è un grido di dolore dentro il quale brillano barlumi di solidarietà. Come non amarlo?
Alberto Crespi