Old Man & the Gun


08/02/2019 - 09/02/2019

Proiezione unica ore 21

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Regia: David Lowery
Interpreti: Casey Affleck - John Hunt, Robert Redford - Forrest Tucker, Sissy Spacek - Jewel, Tom Waits , Danny Glover , Elisabeth Moss , Keith Carradine , Tika Sumpter , Isiah Whitlock Jr. , Augustine Frizzell , Gene Jones , Barlow Jacobs , Robert Longstreet
Origine: Stati Uniti
Anno: 2018
Soggetto: articolo di David Grann apparso sul quotidiano "The New Yorker" il 27 gennaio 2003
Sceneggiatura: David Lowery
Fotografia: Joe Anderson
Musiche: Daniel Hart
Montaggio: Lisa Zeno Churgin
Produzione: Condé Nast
Distribuzione: BIM
Durata: 93


Un bandito d’altri tempi, che rapina con grazia e delinque per il gusto di farlo, o, meglio, per dimostrare a se stesso che quella sua specialità non ha perso smalto, ma anzi è sempre suscettibile di miglioramenti. Per dare il suo addio alle scene – anche se eserciti di fan non smettono di sperare in un ripensamento, Robert Redford ha scelto – in Old Man & The Gun, un ruolo che sintetizza i punti di forza della sua carriera. Anzi, in alcune scene, come quella dell’inseguimento finale, li cita apertamente, dalla Stangata a Corvo rosso non avrai il mio scalpo, quasi per offrire al pubblico un piccolo compendio dei suoi personaggi chiave.
Diretto da David Lowery, affiancato da un’icona della New Hollywood come Sissy Spacek, l’attore, rughe ben in vista e passo spedito, delinea il ritratto di Forrest Tucker, rapinatore realmente esistito, inseguito dalla polizia per anni, acciuffato ed evaso dalla galera 18 volte, compresa quella dell’estate del ‘79, in cui riuscì a eludere la sorveglianza dei secondini di San Quintino.
La sua epopea, ricostruita nell’articolo di David Grann pubblicato nel 2003 sul New Yorker, contiene temi cari all’attore e celebra un mito americano per eccellenza, quello del ribelle d’onore, capace di rispettare codici di coerenza e lealtà anche fuori dai binari della legalità: «Nella mia mente – ha spiegato il regista – Redford e Tucker sono sempre stati legati, in modo intrinseco. Questo mi ha permesso di cucire la parte addosso al protagonista.
Sullo schermo, nel minuetto che vede Tucker inanellare un furto dopo l’altro, ma anche sedurre con discrezione Jewel (Spacek), la signora che ha incontrato per caso di ritorno da una delle sue imprese, c’è un terzo incomodo, il detective John Hurt, depresso e stropicciato, come solo Casey Affleck sa essere. Tra i due si instaura subito quello strano rapporto per cui l’uomo di legge e il bandito sono destinati a non poter fare a meno l’uno dell’altro.
Ma in questo caso c’è di più. La vitalità del ladro settantenne, la tenacia con cui alimenta la propria leggenda, l’arguzia con cui intuisce ed evita ogni trappola, contagiano il poliziotto, donandogli una carica vitale che sembrava aver perso del tutto. La macchina da presa asseconda i giudizi di Redford, regala primi piani nostalgici dove al fulgore della bellezza di un tempo si è sostituita la quieta saggezza di un autore che ha saputo rifondare la propria carriera.
Interprete ideale di avventure romantiche, mai fine a se stesse e sempre in qualche modo intrecciate con l’evoluzione del sogno americano, di western e di film di denuncia, Redford ha debuttato nell’81 dietro la macchina da presa nell’intenso melodramma familiare Ordinary People e poi ha concentrato le sue energie nella creazione del «Sundance Film Festival». L’uscita di Old Man & The Gun gli ha offerto l’occasione di un annuncio semplice e asciutto: «Questo sarà l’ultimo mio film in termini di recitazione, poi mi muoverò verso la pensione perché faccio questo lavoro da quando avevo 21 anni». Eppure chi ha amato il suo carisma si augura uno scatto inatteso. Un’altra sfida. Nell’identico stile di Forrest Tucker.
Fulvia Caprara, La Stampa

Come spiegava Cechov: «Se in palcoscenico compare una pistola, prima o poi bisogna che spari». Quella di Redford invece non spara mai. Perché il suo Tucker rifiuta la violenza, e sembra un antieroe dal cuore buono. Impossibile non essere dalla sua parte. È il simbolo di un cinema nostalgico, che riporta lo spettatore al gusto delle scorribande in stile Bonnie & Clyde, agli amori senili de I ponti di Madison County.
Sissy Spacek (la diva di Altman, De Palma, Stone e tanti altri) si specchia nello sguardo di Redford. I due scoprono un rapporto tenero, equilibrato, che li potrebbe accompagnare per sempre. Li legano tante piccole bugie, conoscono i segreti l’uno dell’altro. Si capiscono in silenzio. La macchina da presa li accarezza, il regista David Lowery li tiene d’occhio con affetto mentre affrontano ogni difficoltà.
Commedia romantica, noir, titolo preso in prestito da Hemingway: The Old Man &The Gun è una storia crepuscolare, il monumento a un attore che ha creato un immaginario, il manifesto che ogni fan vorrebbe scrivere per celebrare il suo beniamino. Redford ha dichiarato che qui si chiude la sua carriera. Ma noi continueremo a ricordarlo con la sua aria spavalda, mentre la polizia sta per acciuffarlo. Vincitore anche nella «sconfitta». Non un epilogo, ma un nuovo inizio.
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