Nezouh
21/04/2023 - 22/04/2023
Proiezione unica ore 21
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Regia: Soudade Kaadan
Interpreti: Nabil Abousalih, Samer Seyyid Ali
Origine: Francia
Anno: 2022
Soggetto:
Sceneggiatura: Soudade Kaadan
Fotografia: Burrak Kanbir, Hélène Louvart
Musiche: Robert Lane, Rob Manning
Montaggio: Soudade Kaadan, Nelly Quettier
Produzione:
Distribuzione:
Durata: 100
Nezouh – Il buco nel cielo è stato proiettato per la prima volta al Festival di Venezia a Orizzonti Extra. Ha vinto il premio Lanterna Magica e Premio degli Spettatori – Armani Beauty. Ideato e diretto dalla regista Soudade Kaadan alla sua seconda opera, il film si focalizza sulla vita, i sogni e le speranze di Zeina, una bambina costretta a vivere nella guerra che impervia in Siria, e la sua famiglia. Lo stile della pellicola rimanda al minimalismo che caratterizza il neorealismo in cui vengono utilizzati poche scene per raccontare la disperazione, il disagio sociale ma anche la speranza di una famiglia in tempo di crisi come il capolavoro Ladri di biciclette diretto dal regista Vittorio De Sica. La maggior parte del film è girato all’interno della casa della famiglia, luogo nel quale i protagonisti vivono e si nascondono. Mutaz, il padre di Zeina, è deciso a non abbandonare la casa scontrandosi contro Hala, sua moglie, la quale invece vorrebbe fuggire “al di là del mare”. Dopo un bombardamento, la casa della famiglia Mutaz viene parzialmente distrutta. In particolare, la camera della bambina Zeina viene privata di parte del soffitto creando una finestra naturale da cui è possibile osservare il cielo. Quel buco assumerà il ruolo metaforico di un portale verso un’altra dimensione in cui Zeina può finalmente trovare rilievo nella dura condizione in cui vive. Mischiando elementi surreali con dialoghi di estrema delicatezza, la regista Soudade Kaadan riesce perfettamente a far immedesimare lo spettatore in Zeina e il suo disperato bisogno di fuggire dalla sua realtà. (…) Il tono del film spazia senza difficoltà tra il dramma, la commedia, il romanticismo e il classico racconto di formazione facendo assistere allo spettatore a uno spaccato di vita che ricorda la quotidianità della protagonista del romanzo di Flaubert, Mademe Bovary. La colonna sonora del film è in sintonia con l’atmosfera realistica, e al tempo stesso onirica, che caratterizza il racconto di formazione di Zeina. Soudade Kaadan è riuscita perfettamente a narrare una fiaba in cui non è la guerra a essere la protagonista bensì i personaggi, i quali dovranno scegliere se restare nella casa in cui hanno vissuto ma che non offre la certezza di un futuro certo oppure affrontare l’ignoto, varcare il buco nel cielo e affrontare così un nuovo domani. L’ottima caratterizzazione dei personaggi accompagna un film dall’estetica visiva sorprendente e colmo di metafore che riflette con uno nuovo punto di vista la situazione della guerra in Siria.
Federico Adacher, cinematographe.it
Il cielo in una stanza, nella sua stanza, Zeina lo vede davvero. Perché vive a Damasco e una bomba ha squarciato soffitto e pareti dell’appartamento in cui la ragazzina è asserragliata assieme alla madre e al padre. Il quartiere è in macerie, i miliziani annunciano che in 48 ore le truppe romperanno l’assedio, ma il padre non vuole saperne di lasciare la sua casa per diventare un rifugiato qualsiasi. Con le armi dell’amore familiare, l’uomo duplica l’assedio della guerra sulle vite di Zeina e della moglie, trasformando quel che resta delle pareti domestiche in una sorta di prigione affettiva. Potrebbe essere un dramma, ma per Nezouh – Il buco nel cielo Soudade Kaadan sceglie il registro del realismo magico innestato nella commedia adolescenziale. Lo scenario di guerra, normalizzato negli occhi di una ragazzina cresciuta tra le macerie, diventa lo schermo su cui proiettare il bisogno di Zeina di librarsi in volo sulla vita, seguendo la presenza di Amer, il ragazzino che la attende sul soffitto e, come un Peter Pan tecnologico, libera la sua fantasia e le indica la strada per un’isola che non c’è o forse è solo al di là del mare. […]
Massimo Causo, FilmTV
Al suo secondo lungometraggio, la regista siriana Soudade Kaadan scrive una lettera d’amore alla speranza e all’emancipazione in un incantevole dramma domestico ambientato in una Damasco devastata dalla guerra. La quattordicenne Zeina (Hala Zein) e i suoi genitori sono tra i pochi abitanti rimasti ancora nella città assediata. Paradossalmente, tra spari, bombe e colpi di mortaio, Zeina assapora per la prima volta la libertà, ma di fronte all’intensità delle violenze e dell’ostinazione del padre tradizionalista, lei e la madre dovranno compiere con coraggio e grazia una scelta estremamente difficile.
Meredith Taylor, Internazionale