Captain Fantastic


03/03/2017 - 04/03/2017

Proiezione unica ore 21

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Regia: Matt Ross
Interpreti: Viggo Mortensen (Ben Cash), Frank Langella (Jack), Missi Pyle (Ellen), Erin Moriarty (Claire), George MacKay (Bo)
Origine: Stati Uniti
Anno: 2016
Soggetto: Matt Ross
Sceneggiatura: Matt Ross
Fotografia: Stéphane Fontaine
Musiche: Alex Somers
Montaggio: Joseph Krings
Produzione: Electric City Entertainment, Shivhans Pictures
Distribuzione: Good Films
Durata: 119


Ben Cash e consorte snobbano consumismo e conformismo imperanti e se ne vanno fra i boschi quale altrove ideale dove crescere i loro sei figli. L’obiettivo pedagogico è chiaro: destinarli a diventare dei “re filosofi” attraverso l’educazione quotidiana di corpo, mente e spirito e la venerazione di Noam Chomsky, unico dio laico di cui fidarsi. Integri e straordinari, i ragazzi allenano i muscoli fra la natura mentre affinano una cultura che spazia dai classici alla Costituzione americana passando per la fisica quantistica. Ma il rovescio dell’Utopia non tarda a presentarsi quando la morte della madre porta Ben e prole davanti a urgenti decisioni. Pluripremiato dal Sundance a Cannes e alla Festa di Roma, l’opera seconda di Matt Ross, educato in una comune, è un prodigio formale e tematico, capace di smontare la sacralità dell’ideologia hippie a vantaggio di un nuovo paradigma pedagogico, fondato sulla sana mediazione. E tale “compromesso” risiede anche nella scelta linguistica adottata dal regista 46enne: squisitamente indie ma assai attraente al grande pubblico, che riderà e si commuoverà con papà Cash e i suoi magnifici ragazzi. Superlativa la prova di un Viggo Mortensen sufficientemente vulnerabile da diventare un eroe saggio e credibile. Un gioiello da non perdere.

(Anna Maria Pasetti – Il Fatto)

Tutto quello che vi eravate sempre chiesti sull’educazione dei vostri figli senza osare nemmeno pensarlo. A che età parlargli della morte? E del sesso? Quale sarà il momento giusto per Dostoevskij? Sport estremi: scuola di vita, a cui iniziarli anche controvoglia, o pericolo mortale da cui proteggerli? E soprattutto: è giusto imporre le vostre scelte, magari vietando tutto ciò che occupa il 90% del tempo dei loro coetanei (fast food, videogame, smartphone, social network e altre parole doppie) per difendere una vita improntata al massimo rigore fisico e morale?

Il progagonista di Captain Fantastic – Viggo Mortensen al suo meglio storico – non ha dubbi. Certo che sì.

Ed eccolo crescere i suoi sei bellissimi figli come “guerrieri filosofi” nei boschi del Nord America. Caccia all’arma bianca. Severe letture e verifiche continue. Nessuna barriera di sesso o di età: tutti sanno e fanno tutto. Non è mai troppo presto per imparare la fisica, la storia o capire perché l’America è governata dal grande capitale. E intanto si tira con l’arco, si scalano pareti rocciose senza frignare, si mangia solo ciò che si cattura – e si uccide – con le proprie mani.

Ai figli piace da pazzi. C’è solo un problema. Dov’è la mamma? E perché nonno è così arrabbiato con papà? Tra una “Festa di Noam Chomsky” (niente Babbo Natale, mito consumista: si celebrano solo spiriti liberi) e un blitz nell’allucinante mondo “normale”, molti nodi verranno al pettine. Anche drammaticamente. Ma senza che questa irresistibile commedia familiare scritta e diretta da Matt Ross, classe 1970, perda mai in intelligenza, buonumore e piacere della visione.

È vero, Ross è così bravo che rischia l’autocompiacimento, proprio come Ben/Mortensen. E la trovata finale, così dolciastra, non è all’altezza. Ma il misto di gioia e sconcerto con cui i sei rampolli reagiscono alle sortite del loro super-padre vale solo la visione. Per non parlare dei dialoghi che riescono a rendere credibili e naturali quei bambini preparatissimi e insieme fuori dal mondo.

Altro che Montessori, metodo steineriano o licei sperimentali. Per papà Ben la vita è lotta, tanto vale dotarsi delle armi migliori, anche intellettuali, mai utopia fu rappresentata con tanto divertimento. E senza cedere alla facile irrisione, ma anzi mostrando fino alla fine il fascino eterno di ogni tentativo di costruire un mondo totalmente diverso, e almeno teoricamente migliore di quello in cui ci è dato vivere.

(Fabzio Ferzetti – Il Messaggero)