24/01/2020 - 25/01/2020
Proiezione unica ore 21
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Regia: Marios Piperides
Interpreti: Adam Bousdoukos - Yiannis, Fatih Al - Hasan, Vicky Papadopoulou - Kika, Özgür Karadeniz - Tuberk, Giannis Kokkinos - L'ufficiale della polizia, Demetris Demetriou - La turista, Marios Stylianou - Antonis, Tony Demetriou - Pambos
Origine: Cipro, Germania, Grecia
Anno: 2018
Soggetto:
Sceneggiatura: Marios Piperides
Fotografia: Christian Huck
Musiche: Kostantis Papakostantinou
Montaggio: Stylianos Costantinou
Produzione:
Distribuzione: Tucker Film
Durata: 92
Delizioso esordio del produttore cipriota Marios Piperides, Torna a casa, Jimi! ci conduce alla ricerca del cane del titolo nella Nicosia fin dal 1974 spezzata assurdamente in due. Seguendo nei suoi tentativi di recupero il padrone della bestiola – lo svagato rockettaro Yannis – passiamo dal settore greco, legato all’Onu e all’euro, a quello turco, abbandonato a se stesso e privo di rappresentanza diplomatica, sul filo di una tensione fra i due popoli ancora tangibile: fili spinati, macerie, da un lato le moschee, dall’altro le chiese ortodosse e soldati non si capisce più a guardia di che. Un quadro di kafkiana ironia che, allertandoci sul drammatico pericolo delle divisioni, dà vita a un picaresco racconto abitato da personaggi che si fanno amare per la loro umanità. Per non parlar del cane.
Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
Otur, seduto, ordina Yannis (Adam Bousdoukos) a Jimi, il suo cane. Per la verità, il nome completo dell’intraprendente bestiola sarebbe Jimi Hendrix, anche stando al titolo originale e deliziosamente sintetico – Smuggling Hendrix – di Torna a casa, Jimi! Dieci cose da non fare quando perdi il tuo cane a Cipro (Cipro, 2018, 92’). Il comando è in turco, ma Jimi è greco, come Yannis. Meglio, i due sono greci di Cipro, da non confondere con i turchi di Cipro, che stanno nella metà settentrionale dell’isola. La distinzione dura di fatto dalla metà degli anni 70, quando la Turchia invase Cipro, “smezzata” nel 1983 fra una Repubblica di Cipro, oggi nella Ue, e una Repubblica Turca di Cipro del Nord. La seconda è riconosciuta solo da Ankara, e non riconosce l’altra, da cui non è riconosciuta. Pare tuttavia che, secondo la prima, non esista alcuna divisione territoriale, e che nemmeno esista un confine con guardie di frontiera. Così riferisce il quarantaquattrenne Marios Piperides, che ha girato e scritto l’epopea molto comica, e molto seria, di Yannis e Jimi. Torniamo al comando di Yannis al suo cane: otur. I due sono stati fermati da una guardia di frontiera grecocipriota al confine tra le due Repubbliche. Non ci sono né il confine né le guardie di frontiera, come ha spiegato quella stessa guardia di frontiera grecocipriota a Yannis poche ore prima, mentre stava per superare il confine con la non esistente Repubblica Turca di Cipro del Nord. Però, l’inesistente guardia di frontiera ora ha bloccato lui e Jimi, colti nell’intento criminale di riattraversare il confine inesistente che separa la inesistente Repubblica Turca di Cipro del Nord con la Repubblica di Cipro… La questione si fa confusa? Che lo sia è l’assunto tragicomico di Piperides, oltre che il motivo della disperazione di Yannis. Musicista rock che si è indebitato per fare un disco che poi non è riuscito a fare, l’ingenuo Yannis sta per volarsene via in Olanda. L’aereo partirà domenica sera, fra tre giorni. Purtroppo, il suo Jimi gli scappa sotto il naso e va inopinatamente dalla parte turca. Come farà a riportarselo a casa? La cosa non si direbbe impossibile. Basta una carta di identità o un passaporto. Anzi, non servono né l’una né l’altro, gli spiega la (non)guardia di frontiera, dopo averli controllati. Una volta di là, e dopo aver rivisto la casa in cui è nato, e che ora è di Hasan (Fatih Al), un colono turcocipriota – è mia, ci son nato, urla uno, è mia, ci son nato, urla l’altro –, una volta di là, dunque, dovrebbe tornare di qua. Ma non si possono portare animali dalla inesistente Repubblica di Cipro del Nord attraverso l’inesistente frontiera con la Repubblica di Cipro. È qui che l’ingenuo Yannis cede alla tentazione d’essere ragionevole. Il cane è mio, dice all’inesistente guardia di frontiera. È greco, non capisce il turco… otur, intima a Jimi, e quello non fa una piega. Non fa una piega neppure l’inesistente guardia di frontiera. Ed è così che Yannis passa i tre giorni che lo separano dalla partenza nel tentativo di riportarsi a casa il cane. In tutto questo, il più ragionevole si direbbe il cane, non a caso un bastardino. Non solo perché non fa una piega all’otur, ma anche e soprattutto perché passa come e quando vuole la frontiera. E questo dimostra che non c’è proprio, quella frontiera, se non nelle paturnie degli umani. Grande, Jimi. Grande come il suo omonimo Hendrix.
Roberto Escobar, il Sole 24 ore