17/04/2015 - 18/04/2015
Proiezione unica ore 21
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Scanio Libertetti, giovane ingegnere mancato, è costretto a seguire delle lezioni in una scuola guida per recuperare i punti della patente che gli è stata ritirata di recente: è durante uno di questi incontri che racconta ai compagni di corso l’ultimo anno della sua esistenza. Tranquillo e dalla faccia pulita, il simpatico protagonista sopravvive ai margini della società lavorando per un’azienda alla quale consegna, dopo averle riparate, macchine da caffè. Goffo e solitario, sogna di diventare qualcuno grazie alle doti di tecnico ma nel frattempo appassisce nella più totale pigrizia, contornato da discutibili amici sempre pronti a criticarlo e tormentato da una padrona di casa petulante e invadente. Un cambio radkale alla sua vita sembra arrivare quando, per caso, conosce Helena, una bella inglese trasferitasi in Italia per lavoro e con la quale comincia a intrattenere una relazione. Opera prima del 40enne torinese Paolo Mitton, The repairman è un film originale e anticonvenzionale, che tratta temi comuni come quello della difficile condizione lavorativa e della conseguente alienazione sociale con uno stile fresco, rifiutando l’approccio più direttamente realistico per seguire un percorso visionario e surreale. Anticonformista un po’ come il protagonista, il film scorre sui binari della commedia da camera, tra un omaggio alla British comedy e le suggestioni di una partitura teatrale, come dimostrano i dialoghi tra i protagonisti, essenziali ma mai banali. Attenzione ai dialoghi, al montaggio e alla fotografia: qualità non da poco nella media delle piccole produzioni italiane. The repairman, almeno in parte, è anche un film autobiografico. Lontano dall’Italia da tempo, il regista racconta “di essere fugg ito perché da noi il lavoro non c’è”. Un viaggio, il suo, che lo ha portato prima in Belgio, poi in Francia infine a Londra, dove da oltre dieci anni lavora nella postproduzione cinematografica. Con buon successo, visto che ha collaborato a titoli celebri come Harry Potter e La fabbrica di cioccolato. A differenza di Scanio Libertetti, che resta in Italia a riparare macchine da caffé e a sognare una vita diversa.
Gabriele Spila – Vivilcinema
IL FATTO — Candido outsider felice di esserlo, Scanio Libertetti (Savoca) si guadagna da vivere aggiustando macchine da caffè. Più interessato alle riparazioni che ai soldi, alle donne o alla vita sociale, è continuamente criticato dagli amici. Sino a quando incontra la dolce Helena (Croft)…
L’OPINIONE — Nonostante alcune classiche ingenuità da film d’esordio, siamo davanti a una gradevolissima sorpresa: una commedia atipica e minimalista, debitrice più allo spirito indie del Sundance che alla tradizione nostrana. Al di là della bravura dei due protagonisti (finalmente una recitazione misurata, senza urla né ansimi), stupisce la raffinatezza tecnica delle riprese, impreziosite dalla fotografia di David Rom e da un gusto per la composizione dell’inquadratura che sembrava ormai perduto. Segnatevi il nome del regista.
SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE… Oltre ai precedenti corti di Mitton (Bludimary, 2001, Mezze note e Vita da pendolare, 2005), Pranzo di ferragosto di Gianni Di Gregorio (2008), esordio diversissimo da questo per stile e temi, ma altrettanto atipico nel panorama italiano.
Angela Bosetto – Ciak
Regia:
Paolo Mitton
Sceneggiatura:
Paolo Mitton e Francesco Scarrone
Fotografia:
David Rom
Montaggio:
Enrico Giovannone, Matteo Paolini
Musiche originali:
Alan Brunetta e Ricky Mantoan
Scenografia:
Francesco Boerio
Produzione:
Aidia Productions (Ita) & Seven Still Pictures (Uk) In collaborazione con FIP–Film Investimenti Piemonte e Acting Out Creative Studio con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte
Anno:
2013
Durata:
89’
Paese:
Italia/Regno Unito
Distribuzione:
Cineama