Mistero a Crooked House


19/01/2018 - 20/01/2018

Proiezione unica ore 21

Acquista i biglietti


Regia: Gilles Paquet-Brenner
Interpreti: Glenn Close (Lady Edith), Terence Stamp (Ispettore Capo Taverner), Max Irons (Charles Hayward), Stefanie Martini (Sophia Leoni- des), Gillian Anderson (Magda)
Origine: Gran Bretagna
Anno: 2017
Soggetto: tratto dal romanzo 'È un problema' di Agatha Christie
Sceneggiatura: Simon Bowles, Tim Rose Price, Gilles Paquet-Brenner, Julian Fellowes
Fotografia: Sebastian Winterø
Musiche: Hugo de Chaire
Montaggio: Peter Christelis
Produzione: Brilliant Films, Fred Films
Distribuzione: Videa
Durata: 115


«Questa casa è una serra repressa di passioni». Così Lady Edith de Havilland commenta l’atmosfera lugubre del maniero dove l’investigatore privato Charles Hayward (Max Irons) arriva di corsa per indagare circa la morte del cognato miliardario della nobile Aristide Leonides. In quella gigantesca tenuta Hayward incontrerà tre generazioni della famiglia, una più sgradevole dell’altra: attrici fallite, giovani mogli ex spogliarelliste forse interessate solo al testamento, spregevoli adolescenti rockettari (il film è ambientato nel 1957 rispetto al 1945 del romanzo d’origine), biografi doppiogiochisti e figli rancorosi del vecchio magna te di origini greche chiaramente ispirato ad Onassis. Ma chi è l’assassino? È forse in atto uno scontro generazionale tra chi si è arricchito durante la guerra (Leonides) e chi è solo un parassita perso negli agi di un mondo da cui non trae, però, alcun godimento?
Il francese Gilles Paquet-Brenner dirige un cast niente male per il più classico dei gialli tratti dalla bibliografia di Agatha Christie, con un pizzico in più di nichilismo giovanile e perversione sessuale rispetto ai toni più morigerati della grande scrittrice inglese. Stupenda la scenografia di Simon Bowles, capace di ricreare un ambiente liberty ricco di passaggi segreti e corridoi misteriosi. Mancano i classici segugi letterari Hercule Poirot o Miss Marple (il giovane Hayward è una figura di virile detective ex spia ispirato all’Humphrey Bogart di Casablanca). Svetta su tutti i bravi attori della pellicola la splendida settantenne Glenn Close nei panni della matrona Lady Edith de Havilland, pronta alla battuta salace così come a sparare alle talpe della tenuta.
Francesco Alò – Il Messaggero

Assassinio sull’Orient Express, Dieci piccoli indiani, Poirot sul Nilo, Miss Marple nei Caraibi, Testimone d’accusa sono i titoli di alcune delle opere della regina del giallo, Agatha Christie (1890-1976), prolifica scrittrice inglese di testi teatrali, di racconti e di romanzi. Le vicende di queste opere, come quelle di altre, sono state raccontate in tanti film, mentre quella di È un problema, romanzo poco conosciuto del 1949 e pubblicato, come tutti gli altri da Mondadori è approdata per la prima volta sullo schermo con Mistero a Crooked House. L’ha diretto il francese (Parigi, 1974) Gilles Paquet-Benner (Walled In – Murata viva, La chiave di Sara, Dark Places – Nei luoghi oscuri), il quale vi snoda un tradizionale, bilanciato intreccio investigativo (la galleria dei potenziali assassini, le false piste, i colpi di scena), ambientato nell’Inghilterra della fine degli anni ‘50.
Alla morte improvvisa, sembra per avvelenamento, del ricco magnate Aristide Leonides, la nipote Sophia (Stefanie Martini), si rivolge per le indagini al detective privato Charles Hayward (Max Irons), il quale, conosciuto due anni prima in Egitto, si era innamorato di lei, venendo poi abbandonato senza alcuna spiegazione. Col beneplacito di Taverner (Terence Stamp), ispettore capo di Scotland Yard, Charles comincia a indagare e, collegando indizi, moventi, silenzi e comportamenti di quanti abitano nella sontuosa villa/maniero del dispotico e anziano Aristide, si fa convinto che ognuno dei suoi parenti, dei suoi figli e dei suoi nipoti non sfugge al sospetto di esserne l’assassino: da Brenda (Christina Hendricks), la sua flessuosa e giovane seconda moglie, alla sarcastica sua cognata Lady Edith de Haviland (un’impeccabile Glenn Close).
Accentuando, in una efficace e puntuale ricostruzione d’epoca (vi contribuisce in maniera determinante anche la fotografia di Sebastian Wintero), il contrasto fra un mondo morente e l’era nuova che si preannuncia, Gilles Paquet-Benner si attiene a un percorso stabilito, rispettando l’atmosfera e la trama del cupo romanzo, percorsa da sottili acute notazioni sullo squallore, sulle miserie della natura umana, sulla decadenza della élite nobiliare e alto borghese.
Accettate le convenzioni del giallo alla Christie, i suoi tempi e la sua struttura e scelti per i rispettivi ruoli attori e attrici di indubbio provato talento, egli fotografa in Crooked House (titolo originale), uno spaccato umano, imprigionato in una magione maledetta e deprimente e condannato a una pervasiva infelicità, scaturita e alimentata da passioni represse e da ambizioni frustrate.
Achille Frezzato, L’Eco di Bergamo