Le sorelle Macaluso


04/12/2020 - 05/12/2020

Proiezione unica ore 21
Evento annullato per DPCM 3 novembre

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Regia: Emma Dante
Interpreti: lissa Maria Orlando, Laura Giordani, Rosalba Bologna, Susanna Piraino, Serena Barone, Maria Rosaria Alati, Anita Pomario, Donatella Finocchiaro
Origine: Italia
Anno: 2020
Soggetto: pièce teatrale di Emma Dante
Sceneggiatura: Emma Dante, Elena Stancanelli, Giorgio Vasta
Fotografia: Gherardo Gossi
Musiche:
Montaggio: Benni Atria
Produzione:
Distribuzione:
Durata: 89


La trasposizione cinematografica del potente affresco al femminile della drammaturga Emma Dante. Scrittrice, attrice e soprattutto una delle migliori registe teatrali in circolazione, Emma Dante ha un talento cristallino. Ciò che colpisce del suo stile è l’immediatezza, l’incontro che si fa scontro, la sfida ai pregiudizi. Dopo l’esordio con Via Castellana Bandiera torna al cinema, di nuovo in concorso a Venezia e poi nelle sale dal 10 settembre, con Le sorelle Macaluso. Tratto dal suo omonimo spettacolo, il film è il potente ritratto di una famiglia in tempesta. Dante trasforma il set nel suo palcoscenico: lavora con precisione sulle scene girate in interni, e rende la casa protagonista. Le stanze, i muri, i buchi attraverso le pareti per vedere il mare, il senso di appartenenza a un luogo. Le sorelle a teatro erano sette, qui sono cinque, e vengono descritte in tre momenti della loro vita: infanzia, maturità e vecchiaia. Sono di Palermo, devono mantenersi, fronteggiare una tragedia che si abbatte su di loro. Intanto crescono, Dante, si innamorano, restano sole, natella scorrono i decenni. Ciò che Finocchia Pusate te, che racchiude più esistenze in novanta minuti. Utilizza un linguaggio forte, adatto a un pubblico adulto, dosa bene l’umorismo, e nella quotidianità aggiunge un pizzico di magia. La presenza delle colombe all’interno dell’appartamento sembra trasportarci in un’altra dimensione. Anche grazie a una colonna sonora d’impatto, da Inverno di Fabrizio De André nella versione di Franco Battiato a Meravigliosa creatura di Gianna Nannini. Il film è l’intensa cronaca di un gruppo di affetti alla prova del tempo.
Gian Luca Pisacane, Famiglia Cristiana

Sette anni dopo l’esordio Via Castellana Bandiera, torna in concorso alla Mostra di Venezia la drammaturga Emma Dante con Le sorelle Macaluso, tratto dalla sua omonima pièce teatrale che ha ottenuto il Premio Ubu per la miglior regia e miglior spettacolo.
Tutto ruota intorno a cinque sorelle «perché dice la regista tra il serio e il faceto ci sono delle famiglie in cui nascono solo femmine, per alcuni è una maledizione, per altri una benedizione, il nostro è questo secondo caso». Ecco l’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia ossia i tre capitoli in cui il film è diviso di Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella, nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo, a Brancaccio.
Una casa che porta i segni del tempo che passa, gli stessi di chi ci è cresciuto e di chi ancora ci abita. Grande è stato lo sforzo produttivo e di regia perché per ognuna di questa età sono state giustamente scelte tutte attrici diverse al Lido ieri era presente solo Donatella Finocchiaro nel ruolo di Pinuccia da adulta con «un lavoro certosino su di loro ricorda Emma Dante perché abbiamo scelto interpreti che fossero somiglianti tra di loro non fisicamente ma nel modo di essere.
Per costruire questa nuova famiglia abbiamo lavorato insieme per alcune settimane nella casa che è una delle protagoniste del film». Una storia tutta al femminile (non ci sono praticamente uomini), girata da una donna come la produttrice (Marica Stocchi che con l’attore Giuseppe Battiston ha fondato l’anno scorso la casa di produzione Rosamont), con Elena Stancanelli sceneggiatrice insieme a Giorgio Vasta e alla stessa regista, con donne anche alla scenografia (Emita Frigato) e ai costumi (Vanessa Sannino). Un caso? «No risponde Emma Dante che scopriamo avere una bella dose di ironia perché i maschi vengono a vedere il film Però, a parte gli scherzi, se fossero stati fratelli nessuno avrebbe sottolineato quella scelta. Ma non è una presa di posizione, diciamo che è capitato che ci fossero molte donne».
Emma Dante riesce a raccontare con grazia e suggestione le diverse epoche della vita utilizzando gli strumenti del cinema accompagnandoli anche con alcune, significative, canzoni. Punto fermo però è la casa di famiglia, un’abitazione più popolare che borghese anche se le cinque sorelle sembrano possedere una nobiltà, di modi e di gesti, tutta loro: «Finché c’è la casa spiega la regista permane la presenza delle sorelle. Gli oggetti della casa resistono nonostante l’usura, restano e sopravvivono anche alle loro custodi: la maniglia della finestra che con gli anni si stacca, la vasca che si sbecca, la mattonella che si solca.
Muoiono solo nel momento in cui vengono portati via, lasciando il loro alone sepolcrale sui muri della casa ormai scarnificata. È un film sul tempo. Sulla memoria. Sulle cose che durano. Sulle persone che restano anche dopo la morte. E sulla vecchiaia come traguardo incredibile della vita». «Cu campa vecchiu si fa» aggiunge Donatella Finocchiaro, siciliana come la regista e come il detto che ci ricorda che solo chi vive diventa vecchio.
Pedro Armocida, Il Giornale