L’attesa


04/12/2015 - 05/12/2015

Proiezione unica ore 21

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Lo abbiamo scritto nero su bianco parlandone dalla Mostra del Cinema di Venezia che il migliore dei quattro film italiani in concorso è stato il film “Per amor vostro” dello splendido outsider Giuseppe Gaudino, che per altro è valso la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Valeria Golino, premio meritatissimo anche facendo la tara sul fatto che fosse un ‘contentino’ al cinema italiano. Detto questo, il film “L’attesa”, il primo dei quattro film italiani presentati in concorso a Venezia e, da oggi nelle sale, primo lungometraggio di Piero Messina, già autore di corti, di videoclip e di pubblicità, nonché assistente di Paolo Sorrentino, per quanto accolto tiepidamente dalla platea dei giornalisti al Lido, ci è sembrato tutt’altro che disprezzabile. A patto – scrivevamo da Venezia – di entrarci in sintonia facendo la tara ad alcune preziosità d’autore, al ritmo interno piuttosto lento, soprattutto nella prima parte (ma per ragioni contingenti al racconto), alla scarna ed essenziale drammaturgia che vede in scena pochissimi protagonisti che agiscono in una sorta di unità spazio-temporale da cui però origina, in modo centrifugo, la narrazione. Al centro della vicenda c’è una donna, Anna (l’attrice francese Juliette Binoche), sconvolta da un lutto che non solo non riesce ad elaborare, ma che non riesce ad ammettere. Anna riceve, nella grande villa di famiglia in Sicilia, la visita di Jeanne, giovane francese, fidanzata di suo figlio Giuseppe, invitata (da Giuseppe?) per le festività pasquali. Ma Giuseppe non c’è: arriverà, dice Anna a Jeanne. La sua assenza diventa via via sempre pia fantasmatica e misteriosa e il comportamento di Anna, agli occhi di Jeanne, sempre più strano. Sono da segnalare il rapporto generazionale che spazia tra l’amore-odio e la curiosità tra la veterana Juliette Binoche e la giovanissima e sorprendente Lou de Laage, scelta – parola del regista – dopo un difficilissimo lavoro di casting, un’ambientazione strana e straniante non dimentica dei temi pirandelliani da cui la storia origina (legati anche a ricordi personali dell’autore) e, soprattutto, come dice bene il titolo, il tema dell’attesa, inteso come scardinamento delle certezze, ricerca di una verità che non può essere detta, ma che, necessariamente, andrà vissuta. Complice un paesaggio lontano dal cliché della Sicilia di Montalbano, il film ha il merito, tra gli altri, di aver avuto il coraggio di affrontare un tema non certo facile, soprattutto per un esordiente: il rapporto tra dicibile e indicibile, tra verità e menzogna, tra realtà e immaginazione, in una storia dove l’attesa del titolo diviene fondamentalmente un atto d’amore.

Andrea Frambrosi – L’Eco di Bergamo

 

“L’attesa” è sospensione temporale, confine tra il non essere e l’essere, estensione del pensiero. Tutto insieme nel cuore e nella mente di una madre, Anna, e di una ragazza, Jeanne, arrivata in piena Sicilia dalla Francia per ritrovare il suo fidanzato Giuseppe, figlio di Anna. Pero lui non c’è. Arriverà. Forse. II film gira attorno all’incontro tra le due donne che non si conoscono e che cominciano ad aspettare un amore comune. Come i tartari del deserto. Come Godot. Anche se l’ispirazione dichiarata non è né beckettiana né buzzatiana. C’è Luigi Pirandello con “La vita che ti diedi” generato dalle sue novelle ‘La camera in attesa’ e ‘I pensionati della memoria’. Due donne attendono, una di loro probabilmente tinge di farlo. Come in un thriller dell’anima nella Sicilia abbacinata e panica, dove tutto sembra accendersi di mistero sotto la guida acquosa e spasmica di Juliette Binochemadre. Belle suggestioni. Piero Messina. autore all’esordio, non fa dimenticare di essere figlio cinematografico di Paolo Sorrentino. E anche certi brani musicali, come ‘Missing’ della band The xx o ‘Waiting for the miracle’ di Leonard Cohen, riferiscono di una non nascosta influenza sulle modalità d’intreccio tra immagini e suoni.

Claudio Trionfera – Panorama

 

Regia:

Piero Messina

Interpreti:

Juliette Binoche (Anna), Lou De Laâge (Jeanne), Giorgio Colangeli (Pietro), Domenico Diele (Giorgio), Antonio Folletto (Paolo), Corinna Lo Castro (Rosa), Giovanni Anzaldo (Giuseppe)

Genere:

Drammatico

Origine:

Italia

Anno:

2015

Soggetto:

liberamente ispirato al dramma ‘La vita che ti diedi’ di Luigi Pirandello

Sceneggiatura:

Giacomo Bendotti, Ilaria Macchia, Andrea Paolo Massara, Piero Messina

Fotografia:

Francesco Di Giacomo

Montaggio:

Paolo Freddi

Durata:

100’

Produzione:

Nicola Giuliano, Francesco Cima, Carlottas Calori per Indigo Film, in collaborazione con Medusa Film, in coproduzione con Fabio Conversi, Jerome Seydoux, Vivien Aslanian, Romain Le Grand, Muriel Sauzay per Barbary Films, Pathé

Distribuzione:

Medusa (2015)