La stranezza


20/01/2023 - 21/01/2023

Proiezione unica ore 21

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Regia: Roberto Andò
Interpreti: Toni Servillo - Luigi Pirandello, Salvo Ficarra - Onofrio Principato, Valentino Picone - Sebastiano Vella, Renato Carpentieri, Donatella Finocchiaro, Luigi Lo Cascio, Galatea Ranzi
Origine: Italia
Anno: 2022
Soggetto:
Sceneggiatura: Roberto Andò, Massimo Gaudioso, Ugo Chiti
Fotografia:
Musiche:
Montaggio:
Produzione:
Distribuzione: Medusa
Durata: 103


Ci voleva un regista colto come Roberto Andò per fare uno dei film più divertenti degli ultimi anni, e non solo. Ci voleva un uomo di teatro e di cinema, un palermitano sensibile da sempre ai giochi del caso e agli incroci beffardi tra realtà e finzione (ricordiamo almeno Viva la libertà e Una storia senza nome), per coniugare la genesi di Sei personaggi in cerca d’autore alle imprese di due becchini col pallino del palcoscenico.
Ci volevano, infine tre attori meravigliosi come Ficarra e Picone, i due becchini filodrammatici, e Toni Servillo, un Pirandello di poche parole e molti sguardi, per dare a questa farsa labirintica la leggerezza di una commedia, la precisione di un vaudeville, la densità (mai ostentata) di un trattatello filosofico. Che fondendo fatti storici (la “prima” tumultuosa al Valle) ad altri del tutto immaginari, riesce a gettare una luce diversa su un monumento come i Sei personaggi. In una cascata di invenzioni che lavora su tutti i piani del racconto, dal semplice intreccio, con i suoi esilaranti equivoci, al lavoro sugli spazi (le scenografie sono di Giada Calabria); dai dialoghi, in cui il dialetto più sanguigno si mescola all’italiano “strettissimo”, a un sottotesto pulsante anche se affidato a pochi sapienti dettagli: la moglie folle di Pirandello, la balia morta con la bocca spalancata, la gelosia persecutoria nutrita da Ficarra nei confronti di sua sorella (un’insolita ed efficacissima Giulia Andò). Fino a quel gran finale in cui ogni cosa paradossalmente sembra tornare al suo posto, in una confusione forse definitiva tra realtà e finzione, vita e rappresentazione.
Anche se conviene non insistere sui significati, che ci sono e, soprattutto, sono accessibili a chiunque, brillare sullo schermo sono il ritmo, l’inventiva, il piacere, la generosità dimostrata da Andò (con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso alla sceneggiatura) e dagli attori, numerosissimi e straordinari fino al più piccolo ruolo. Come se questa Stranezza così inattesa aspettasse in certo modo di vedere la luce da sempre. A risarcire, sull’onda di altri film importanti ispirati al teatro (Qui rido io di Martone, ma anche il trascurato La stoffa dei sogni di Cabiddu), un cinema che troppo spesso, misteriosamente, sembra anzitutto ansioso di dimenticare di cosa può essere capace.

Fabio Ferzetti, L’Espresso

La stranezza è da non perdere, uno dei migliori film sul teatro. Pirandello, che un magistrale Toni Servillo rende più vero del vero aggiungendo solo il pizzetto, in Sicilia nel 1920 conosce due attori amatoriali, dilettanti; saranno loro in un disastroso show a ispirargli l’idea dei Sei personaggi di cui assistiamo alla storica prima proprio al Valle di Roma, il 9 maggio 1921. Non era facile raccontare in una storia anche comica, come un’idea poco a poco si fa strada nella mente del genio teatrale che rivoluzionò il teatro per sempre proprio con questo testo.
Roberto Andò ci riesce e il fantasma della libertà di autore gli permette di ridere e ragionare, finendo in un punto di domanda sulla facoltà maieutica del teatro. Ficarra e Picone straordinari: fateli davvero i sei personaggi.

Maurizio Porro, Corriere della Sera