13/02/2015 - 14/02/2015
Proiezione unica ore 21
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Quattro giorni e tremila chilometri, da Milano a Stoccolma, per dimostrare che amicizia, solidarietà e fantasia, possono sfidare l’orrore della guerra e l’assurdità dei confini tra paesi. Una ragazza palestinese travestita da sposa guida un corteo di amici italiani e siriani, tutti in abito da cerimonia, lungo il percorso della salvezza. L’idea è di un poeta (palestinese) e di una giornalista (italiana), l’obiettivo è proteggere la marcia clandestina verso la Svezia di cinque profughi sbarcati a Lampedusa: «Non abbiamo scritto dialoghi né personaggi, ma abbiamo organizzato il viaggio ragionando per scene».
Firmato da Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry, realizzato grazie a una campagna di crowfunding online, presentato (fuori concorso in “Orizzonti”) all’ultima Mostra di Venezia, Io sto con la sposa è «un film documentario, ma anche un’azione politica. Una storia reale, ma anche fantastica». Dietro le immagini della traversata, in un’Europa «transnazionale, solidale e goliardica», c’è la fatica della realizzazione, l’impegno di una troupe che ha lavorato con la massima velocità affinché l’impresa durasse poco e finisse bene. Dallo schermo si sprigiona, contagiosa, l’euforia di persone vere che fanno cose speciali, normali supereroi che hanno capito quanto è importante darsi una mano.
(Fulvia Caprara – La Stampa)
Ci volevano due italiani sui generis come un giornalista scavezzacollo molto somigliante a Paolo Ruffini (Gabriele Del Grande) e un bravo montatore di Sky (Antonio Augugliaro), per decidere, insieme a un poeta siriano, di filmare e truffare l’arcigna Europa accompagnando cinque siriani e palestinesi da Milano in Svezia. L’idea? Fingere che sia un corteo per un matrimonio. È tutto clandestino ma anche bello, vero, emozionante. A volte vorresti che il documentario avesse una regia più all’altezza della storia che mette in scena, ma non si può dimenticare che tutto il film è un viaggio istantaneo nel quale sarebbe stato difficile progettare momenti più forti. Eccoli i clandestini di cui tanti hanno paura: c’è chi piange per la cittadinanza italiana (e mette in gioco tutto pur di accompagnare gli altri in Svezia), chi fa dell’ottimo rap come il piccolo Mc Manar. Film diventato caso internazionale, prodotto con il crowdfunding.
(Francesco Alò – Il Messaggero)
Ad Aleppo il brandello immacolato di un vestito da sposa può salvare la vita: i cecchini non sparano a chi ha il capo incoronato di bianco. Così al giornalista Gabriele Del Grande è venuta l’idea per Io sto con la sposa, dall’accostamento tra l’abito nuziale e il tradizionale segno di resa divenuto, negli anni, per molti, segno di pace. Da Milano a Malmo la strada è lunga, soprattutto per i rifugiati obbligati dalle leggi internazionali a restare nel primo paese europeo su cui mettono piede. Ma nessuno fermerebbe un vivace corteo matrimoniale, dicono Del Grande, Augugliaro e il poeta Soliman Al Nassiry, imbastendo il pretesto da cui muove il film: un gruppetto di profughi siriani e palestinesi in abiti da cerimonia che risale faticosamente il continente, percorrendo a piedi i sentieri già calpestati in passato dai contrabbandieri italiani e francesi, trovando accoglienza da amici solidali in rifugi di montagna, studiando le strade meno battute e gli stratagemmi più efficaci, respirando di sollievo a ogni passaggio di confine. C’è molta scrittura, in Io sto con la sposa, girato nei quattro giorni che ci vogliono per arrivare dall’Italia alla Svezia, con una strizzata d’occhio a Kusturica e un’altra agli espedienti da commedia, ma soprattutto con piglio da on the road intimista, così che infine sono i racconti, le storie, le chiacchiere di viaggio a prendere il sopravvento. Tracciando una condivisione di clandestinità tra i migranti e chi li aiuta, che è soprattutto la testimonianza di una necessaria disobbedienza civile.
(FilmTv)
Regia:
Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman, Al Nassiry
Interpreti:
Tasneem Fared, Abdallah Sallam, MC Manar, Alaa Bjermi, Ahmed Abed, Mona Al Ghabr, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry, Tareq Al Jabr, Marta Bellingreri;
Origine:
Italia;
Anno:
2014;
Soggetto e sceneggiatura:
Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman, Al Nassiry;
Fotografia:
Gianni Bonardi, Antonio Augugliaro, Marco Artusi, Valentina Bonifacio;
Musica:
Dissòi Lògoi;
Montaggio:
Antonio Augugliaro, Lizi Gelber;
Produzione:
Gina Films, Doclab;
Distribuzione:
Cineama (2014);
Durata:
98’