Il ragazzo dai pantaloni rosa


21/02/2025

Proiezione unica ore 21

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Regia: Margherita Ferri
Interpreti: Claudia Pandolfi - Teresa Manes, Samuele Carrino - Andrea, Andrea Arru - Christian, Corrado Fortuna, Sara Ciocca, Milvia Marigliano
Origine: Italia
Anno: 2024
Soggetto: libro "Andrea, oltre il pantalone rosa" di Teresa Manes
Sceneggiatura: Roberto Proia
Fotografia: Martina Cocco
Musiche:
Montaggio: Mauro Rossi
Produzione:
Distribuzione:
Durata: 123


Note di regia di Margherita Ferri

Quando ho letto la sceneggiatura del film Il ragazzo dai pantaloni rosa ho amato da subito i suoi personaggi, raccontati con autenticità priva di retorica. Ho trovato la storia molto coinvolgente e immaginato il film libero dagli stereotipi, proprio come i suoi protagonisti Andrea e Teresa. Madre e figlio sono mossi da un costante desiderio di libertà e di espressione di sé che non teme il giudizio degli altri. Purtroppo, il giudizio negativo arriva, rispettivamente dalla famiglia per Teresa e dal gruppo dei coetanei bulli per Andrea e per il ragazzo si tratta di un giudizio insopportabile. Ho affrontato il tema del bullismo nel mio film d’esordio, Zen, sul ghiaccio sottile. In preparazione alle riprese ho lavorato nelle scuole delle comunità montane dell’Appennino in cui è ambientata la storia, dove ho organizzato dei laboratori di sensibilizzazione contro il bullismo. I ragazzi delle scuole hanno poi recitato nel film in ruoli secondari. Questa esperienza mi ha aiutata a comprendere il potere delle storie di cambiare il mondo. Infatti, molti di quei ragazzi, come poi il pubblico internazionale che ha visto il film, hanno potuto comprendere per la prima volta il punto di vista di una persona che subisce bullismo ed empatizzare con la sua situazione. Credo che realizzare un film sulla storia di Andrea Spezzacatena porti in sé la preziosa possibilità di cambiare le vite di tanti giovani spettatori. Nonostante il tragico epilogo, questa storia risuona nell’esperienza universale di tutti noi che, a prescindere dall’orientamento sessuale, da adolescenti siamo stati alla disperata ricerca della nostra identità e del nostro posto nel mondo. Ho apprezzato moltissimo le complesse sfaccettature dei personaggi, sia adulti sia adolescenti, che non sono dogmaticamente divisi in “buoni e cattivi”, ma sono spinti da motivazioni umane anche nei loro gesti più abbietti come organizzare lo scherzo ad Andrea alla festa in maschera. Nella storia si legge chiaramente la paura di Christian di non sapere chi è. Quel personaggio ha la possibilità di far riflettere molti ragazzi sulle proprie emozioni e sulle conseguenze delle proprie azioni sui coetanei.

 

Raccontare la storia di Andrea

La tragica storia di Andrea Spezzacatena, un adolescente vittima di bullismo e cyberbullismo, continua a commuovere e a sensibilizzare grazie agli sforzi della madre, Teresa Manes. Andrea, soprannominato “il ragazzo dai pantaloni rosa” a causa di un paio di pantaloni scoloriti accidentalmente dalla madre, ha vissuto un’esperienza devastante di umiliazioni e insulti, che si è intensificata fino a culminare in una pagina Facebook creata appositamente per ridicolizzarlo. Questo accanimento, che includeva persino scritte offensive sui muri del suo liceo, ha portato Andrea a togliersi la vita nel novembre 2012, pochi giorni prima del suo quindicesimo compleanno. La sua morte rappresenta il primo caso di cyberbullismo in Italia che ha condotto al suicidio di un minore. Nonostante il dolore, Teresa Manes ha trasformato la sua tragedia personale in una missione di sensibilizzazione. Ha scritto libri, come Andrea, oltre il pantalone rosa, e ha contribuito alla sceneggiatura del film che racconta la storia di suo figlio. […] Teresa non ha solo reso pubblica la storia di suo figlio, ma ha anche cercato di dare voce a chi soffre in silenzio. Gestisce una pagina Facebook dedicata alla prevenzione del bullismo, incontra studenti e adulti in tutta Italia, cercando di educare all’empatia e al rispetto delle differenze. Il suo impegno è volto a sensibilizzare non solo i giovani, ma anche insegnanti e genitori, affinché possano riconoscere i segnali di malessere e mantenere un dialogo aperto con i propri figli. Teresa riflette spesso su come, all’epoca della morte di Andrea, il bullismo fosse un tema poco discusso, ma oggi, attraverso il suo lavoro, cerca di far sì che nessun altro adolescente si senta solo come suo figlio. Ciò che ha ucciso Andrea è stato il silenzio: il suo, perchè per salvarsi bisogna chiedere aiuto, e quello delle persone intorno a lui. Parole o silenzio possono uccidere e Teresa lotta ogni giorno perché questo non accada più.

 

Bullismo e Cyberbullismo in Italia

Il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni che coinvolgono numerosi adolescenti in Italia. Il cyberbullismo, manifestazione digitale del bullismo tradizionale, utilizza la tecnologia per perseguitare le vittime attraverso messaggi, immagini e video offensivi, spesso diffusi sui social network. Dati recenti dell’Istituto Superiore di Sanità e del Moige (Movimento italiano genitori) indicano che circa il 15% dei giovani italiani è vittima di bullismo, con picchi del 20% tra gli 11enni e del 10% tra i più grandi. Il cyberbullismo, invece, è in aumento, soprattutto tra i ragazzi di 11 e 13 anni, in parte a causa della crescente diffusione dei social media come YouTube, Instagram e TikTok. Il rapporto del Moige evidenzia come il 22% degli adolescenti trascorra oltre 5 ore al giorno online, con il 63% di loro che naviga senza supervisione adulta, un fattore che ha contribuito all’aumento dei casi di bullismo e cyberbullismo durante il lockdown. Il 54% dei giovani intervistati ha dichiarato di aver subito bullismo, mentre il 30% è stato vittima di cyberbullismo. Le forme di aggressione più comuni includono offese verbali, violenze fisiche e psicologiche, con il cyberbullismo che spesso si manifesta attraverso insulti e minacce via messaggi e social media. Le conseguenze psicologiche per le vittime sono significative: solitudine, rabbia e paura sono le emozioni più comuni, accompagnate da effetti nocivi sulla salute mentale con disturbi quali ansia e depressione. La recentissima indagine dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes (2024) che ha coinvolto oltre 1700 giovani, sottolinea che il bullismo è più diffuso tra i ragazzi, mentre il cyberbullismo colpisce maggiormente le ragazze. Le violenze verbali e psicologiche rappresentano le forme più comuni, prendendo di mira soprattutto l’aspetto fisico delle vittime (79%). Le conseguenze includono perdita di autostima, ansia sociale, isolamento e depressione.

 

Quando viene crudelmente umiliato dai compagni bulli alla festa della scuola, davvero si vorrebbe che Andrea Spezzacatena (Samuele Carrino, spesso sorprendente) si scatenasse come Carrie. Invece, purtroppo, sappiamo com’è andata: una reazione violenta poi c’è stata, ma contro se stesso, togliendosi la vita ad appena 15 anni, una storia vera che è una medaglia al disonore per un paese e per la sua società cosiddetta civile, raccontata dalla madre Teresa Manes nel libro Andrea oltre il pantalone rosa, all’origine del film e di un’intensa campagna di sensibilizzazione. In un equilibrio complicato tra il teen movie d’oltreoceano (già praticato dal suo sceneggiatore e produttore Roberto Proia in Sul più bello e derivati) e il mélo di impegno civile nostrano, qualcosa inevitabilmente si perde per strada (come il rapporto col padre e col fratello), ma il film acquista forza quando racconta il quotidiano di un ragazzo come tanti, sulla soglia di tante possibilità, anche di identità sessuale, che un piccolo evento accidentale (un paio di pantaloni rossi scoloriti e diventati rosa, rimastigli appiccicati addosso come una lettera scarlatta) fa precipitare in un vortice di insulti e prese in giro, fino alle estreme conseguenze. Lo sostiene la regia partecipe di Margherita Ferri, già su temi vicini nel bell’esordio Zen – Sul ghiaccio sottile, abile a seguire Andrea nelle sue relazioni, oltre che con la madre complice (Claudia Pandolfi), con l’amica del cuore Sara (Sara Ciocca) e l’amico-carnefice Christian (Andrea Arru), forse due facce dello stesso desiderio. Un film non perfetto, ma quanto mai oggi necessario (dopo gli insulti indegni durante una proiezione alla 19ª Festa di Roma e le polemiche a seguire).

Rocco Moccagatta – Film TV