23/11/2023
Ore 21. Proiezione aperta a soci e non soci del Circolo
Proiezione alla presenza del regista Alessandro Bardani e degli sceneggiatori Maddalena Ravagli e Leonardo Fasoli - in collaborazione con LabFilm
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Regia: Alessandro Bardani
Interpreti: Sergio Castellitto - Gustavo, Valerio Lundini - Giovanni, Carla Signoris, Antonio Zavatteri, Betti Pedrazzi - suor Grazia, Sandra Milo
Origine: Italia
Anno: 2023
Soggetto: tratto dall'omonimo spettacolo teatrale scritto e diretto da Alessandro Bardani e Luigi Di Capua (2016)
Sceneggiatura: Alessandro Bardani, Luigi Di Capua
Fotografia: Timoty Aliprandi
Musiche: Francesco Cerasi
Montaggio: Claudio Di Mauro
Produzione:
Distribuzione:
Durata: 84
Nel prologo di Il più bel secolo della mia vita in un bellissimo bianco e nero vediamo un bambino trascinare a fatica una grossa croce, croce che metaforicamente si porterà appresso per tutta la vita: si tratta proprio di Gustavo da piccolo, cresciuto in orfanotrofio, che ha sempre desiderato scoprire l’identità di sua madre, cosa che gli è stata impedita, almeno fino a oggi che ha 100 anni. È l’incipit di un film che raccontando la storia di due fratelli di culla, come vengono definiti gli orfani, parla di identità, di radici, di appartenenza. Ma attenzione, non ci troviamo di fronte alla solita commedia stucchevole senza guizzi, ma a un film che con umorismo tagliente e scorretto ci conduce con i due protagonisti, Giovanni e Gustavo, in un viaggio esilarante ma esistenziale, ricco di colpi di scena e di momenti clamorosi.
Una coppia inedita e che funziona quella composta da Valerio Lundini, uno dei più brillanti giovani comici italiani, consacrato dal programma Una pezza di Lundini, e da un veterano come Sergio Castellitto, il primo pienamente in parte che schiva il pericolo di ripetere il suo personaggio televisivo, il secondo nei panni di un anziano burbero, sempre sarcastico, capace di grandi perle di saggezza, un vero mattatore, che nasconde dietro la scorza dura una grande sensibilità. «Come si dice oggi, sei binario? Vai a vela a motore», dice a Giovanni cercando di carpire qualcosa sulla sua vita privata in uno dei tanti momenti divertenti del film…
Scritto dallo stesso Alessandro Bardani con Luigi Di Capua, Il più bel secolo della mia vita seguendo gli stilemi della commedia d’autore raggiunge picchi altissimi anche nei momenti più intensi e drammatici, accendendo i riflettori su una legge poco conosciuta in Italia, anacronistica e ingiusta.
Tra malinconia, tenerezza e risate di cuore e momenti tragicomici, come nella scena girata in un vigneto in cui Giovanni aiuta Gustavo a minzionare, il film di Bardani riesce nell’impresa di non scadere mai nella retorica, di emozionare senza essere ricattatorio, e di raccontare la parabola di due fratelli di culla che diventa universale, un inno alla vita, quella che Gustavo ha vissuto in pieno e dalla quale Giovanni sembra nascondersi per paura, bisognoso di quella miccia che forse solo l’anziano può accendere in lui. Un po’ come succedeva in Profumo di donna di Martin Brest, con Al Pacino e Chris O’ Donnell, in cui il giovane imparava a vivere dopo le tante peripezie vissute insieme al cinico colonello Slade, che Il più bel secolo della mia vita non si sa quanto inconsapevolmente omaggia, più dell’originale diretto da Dino Risi. «Avere 20 anni o 100 non cambia poi mica tanto se non riesci a vivere la vita com’è» canta Brunori Sas nel bellissimo inedito La vita com’è composto per la colonna sonora del film, che sintetizza nel modo peculiare e poetico del cantautore calabrese il senso profondo del film.
Caterina Sabato, cinematographe.it
Tratto dall’omonima pièce teatrale di Alessandro Bardani e Luigi Di Capua, anche autori della sceneggiatura insieme con Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, Il più bel secolo della mia vita, già vincitore al LIII Giffoni Film Festival nella sezione Generator +18, è una commedia che mette sotto la lente d’ingrandimento una legge che impedisce ai figli non riconosciuti alla nascita di conoscere l’identità dei genitori biologici prima del compimento del centesimo anno di età…
Ne Il più bel secolo della mia vita, Valerio Lundini, al suo esordio da protagonista, e Sergio Castellitto nei panni di un uomo centenario, sono in perfetto equilibrio tra loro, e regalano al pubblico una commedia originale, basata sui dialoghi, capace di unire risate e tenerezza affrontando il tema della morte e dell’attesa di essa. Il più bel secolo della mia vita risulta dunque un film riuscito, ben stratificato, e on the road, infarcito di un afflato favolistico che mescola il mondo reale con quello surreale. La capacità di mescolare questi due elementi è una caratteristica intrinseca delle favole, e la canzone di Brunori diventa un piccolo inno morale che sottolinea il tema del film. Ascoltandola alla fine, ci si rende conto che il testo rappresenta una spiegazione emotiva di ciò che è accaduto nel corso della storia.
Matteo Di Maria, Sentieri Selvaggi