Gli spiriti dell’isola

Locandina spiriti dell'isola

The Banshees of Inisherin


14/04/2023 - 15/04/2023

Proiezione unica ore 21

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Regia: Martin McDonagh
Interpreti: Colin Farrell - Padraic, Brendan Gleeson - Colm Doherty, Kerry Condon - Siobhan Súilleabháin, Barry Keoghan - Dominic Kearney
Origine: Irlanda, Stati Uniti, Regno Unito
Anno: 2022
Soggetto: Martin McDonagh
Sceneggiatura: Martin McDonagh
Fotografia: Ben Davis
Musiche: Carter Burwell
Montaggio: Mikkel E.G. Nielsen
Produzione:
Distribuzione:
Durata: 114


Premiato a Venezia e ora candidato a ben nove Oscar (film, regia, sceneggiatura, quattro attori, musica, montaggio), The Banshees of Inisherin è una specie di summa dell’arte di McDonagh, il drammaturgo e regista inglese di origini irlandesi noto per In Bruges e Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Una commedia nero pece sull’orgoglio (e l’amore) ferito. Ma anche una scoperta metafora della nostra incapacità di vivere in pace. Animata dalla vera specialità di McDonagh: dialoghi lievi ma densi, sferzanti, esplosivi. Come tutto questo film ambientato su un’immaginaria isoletta irlandese nel 1923, in piena guerra civile.
Anche se i cannoni rombano in lontananza e a Inisherin tutto procede come sempre. Fino al giorno in cui il massiccio Colm (Brendan Gleeson) decide di chiudere col vecchio amico Pádraic (Colin Farrell). Di colpo, senza ragioni. Se non quella, dura da digerire, che il tempo passa, Colm non è più un ragazzo e anziché cianciare al pub vuole pensare, suonare il violino, scrivere canzoni.
Questo l’avvio di un film che procede di sorpresa in sorpresa muovendosi tra pochi ambienti e un pugno di personaggi suggestivi. Siobhàn, la sorella di Pádraic (Kerry Conlon), bellezza solitaria e amareggiata. Dominic (Barry Keoghan), figlio del poliziotto locale, meno tonto di quanto sembri. E le tipiche figure di un posto simile, il padrone del pub, la bottegaia pettegola, il prete, una vecchia forse un po’ strega. Più un cane e un’asinella, decisivi. Tutti capaci di “suonare” una musica familiare e insieme nuova, dai toni via via più allarmanti.
Con qualche nota brusca (Tre manifesti era più fluido, la mitologia del poliziesco offre appigli più solidi e condivisi), ma la stessa capacità di tuffarci dentro l’onda lenta del male che si propaga. Per capriccio, per partito preso, perché così va il mondo. Senza perdere lo humour tipico di questo autore che qui gioca a carte scoperte, spingendo verso la parabola il suo gusto per i microcosmi mèta-storici. Trainato da questi due amici-nemici costruiti per incarnare esigenze opposte e complementari. Che qui sono l’isolamento e la semplicità, la ricerca interiore e la vita quotidiana, l’ambizione personale e la semplice bontà. Ma potrebbero anche essere differenze sociali, etniche o religiose. Lettera o metafora, dunque? Amicizia tradita o allegoria della guerra civile (di ogni guerra civile)? McDonagh giustamente non si scopre. Ma le Banshees, annunciatrici di sventura nella mitologia celtica, avranno il loro bel da fare.
Fabio Ferzetti, L’Espresso

[…] Con la stessa penna appuntita e lo stesso nero umorismo che aveva provato di saper maneggiare in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, il regista britannico scrive una parabola sul dialogo tra sordi nella quale commedia e tragedia si rincorrono e sovrappongono, in un microcosmo che è specchio ed effetto della storia d’Irlanda.
Chi sragiona di più, fra questi sentieri erbosi controllati da una statua della Madonna e da una vecchia con la pipa, dove i giovani sono contrari alla guerra e al sapone, non ci sono donne né cultura, e la solitudine è così imperante che persino gli animali tentano di entrare in casa in cerca di compagnia? È più ottuso Pádraic, che si comporta come un fidanzato scaricato, geloso e ferito, o Colm Sonny Larry, che teme di non aver più molto tempo da sprecare e si sveglia un giorno pieno di velleità artistiche e stufo delle chiacchiere inutili, fossero anche quelle del suo unico amico? Quel che è certo è che entrambi tengono radicalmente fede alla parola data, anche quando questa parola è maledettamente stupida.
Colin Farrell e Brendan Gleeson, ribaltamenti antieroici di Michael Collins e Eamon de Valera, sono gli strepitosi protagonisti di questa riflessione sui compromessi dell’amicizia e le diaboliche tentazioni dell’individualismo, annegata nello humour e investita di fascino e di libertà dall’ambientazione e dalla scelta dell’epoca. Una barca a vela di legno, che i venti del talento e gli spiriti dell’ispirazione fanno volare veloce e leggera dentro la tempesta.
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