Bota cafè


20/11/2015 - 21/11/2015

Proiezione unica ore 21

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Due registi per un paese fantasma, o quasi. Il paese è l’Albania, che ancor oggi galleggia in una specie di vuoto d’immagine, almeno sullo schermo. I registi si chiamano Iris Elezi, un’albanese che ha studiato cinema negli Usa, e Tomas Logoreci, regista statunitense di origine albanese.

Visto e premiato nei festival di mezzo mondo, il loro primo film a quattro mani (con Stefania Casini co-sceneggiatrice: bentornata!) è un piccolo ma impeccabile meccanismo a orologeria che parte da uno strano bar sospeso nel nulla e pian piano riempie questo nulla apparente di mille storie taciute o rimosse. Chiarendo non solo i rapporti che legano tra loro i personaggi, ma un passato nel quale naturalmente si riflette quello del loro paese.

Siamo infatti in una zona paludosa vicina al mare, tra pecore al pascolo e vetusti casermoni, dove un tempo il regime di Enver Hoxha mandava al confine (e non solo…) i nemici: ma questo lo scopriremo poco alla volta. Nel frattempo incontriamo July (la carismatica Flonja Kodheli, già vista in Vergine giurata), barista coriacea e artista a tempo perso. Che passa i suoi giorni tra il lavoro in quella baracca a suo modo accogliente, l’assistenza a nonna Noje, che ogni tanto la scambia per sua figlia Alba, e le scaramucce col cugino Ben. Un simpatico cialtrone che si barcamena tra la giovane amante, Nora, un boss impaziente, e l’italiano (Luca Lionello) che sta costruendo un’autostrada poco lontano, con cui sogna chissà quali affari.

Quasi un mondo a parte insomma, sospeso tra un passato che non passa e un futuro col fiato corto, popolato di figure bizzarre (quel signore col berretto detto sarcasticamente “il generale dell’armata morta”, come il romanzo di Kadare) e di sogni e flashback che alludono a chissà quali scheletri nell’armadio.

Ma Elezi e Logoreci non hanno fretta. Prima che i nodi vengano al pettine in un epilogo quasi noir, i loro personaggi avranno il tempo di vivere, flirtare, perfino sognare, in quel non luogo che è anche un paradossale porto franco, carico di segni da interpretare ma anche di vero pathos (l’ipnotica danza di Nora in mezzo al nulla). Esaltato da questo bel film che, aspettando la vera rinascita del paese, sembra accelerare almeno quella, non meno essenziale, del suo cinema.

Fabio Ferzetti – Il Messaggero

 

È uno strano film che cresce a vista, non sparisce ma chiede permesso nella memoria, questo albanese diretto da Iris Elezi e Thomas Logoreci che ci portano in un villaggio, in fondo al mondo, dove deportati del regime comunista si arrangiano con caffè, affari e sentimenti, spesso sbagliando le proporzioni e ignorando tragedie di ieri.

Neo realismo con melò, alla De Santis, e tutti i rancori politici appena sopiti, ma la storia è l’attenta analisi psicologica di esistenze vuote e carenti di affetti, in un luogo improbabile in mezzo al nulla, autostrade in divenire, cocktail e neon. Quindi molta atmosfera, orizzonti limitati e senza grandi speranze: il cinema quando vuole sa esprimere questo rimpianto del futuro.

Maurizio Porro – Il Corriere della Sera

Titolo originale:

The world

Regia:

Iris Elezi, Thomas Logoreci

Scritto da

Iris Elezi, Thomas Logoreci, Stefania Casini

Produttore associato

Burim Berisha

Prodotto da

Sabina Kodra, Andrea Stucovitz

Direttore della Fotografia

Ramiro Civita (A.D.F.)

Montatore

Walter Fasano

Art Director

Shpetim Baca

Costumi

Emir Gramo

Suono

Pellumb Ballata, Nenad Vukadinovic

Durata: 100’

Una coproduzione

Albania/Italia con la partecipazione del Kosovo Erafilm e Partner Media Investment in coproduzione con Flex Film, I’S Continuum con il supporto di ACC, Eurimages, Mibact, Kcc, in collaborazione con RTSH, Rai Cinema con il supporto di Hubert Bals Goteborg, GFI