Acqua e anice

Locandina Acqua e anice


02/12/2022 - 03/12/2022

Proiezione unica ore 21

Acquista i biglietti


Regia: Corrado Ceron
Interpreti: Stefania Sandrelli - Olimpia, Silvia D'Amico - Maria, Paolo Rossi - Gimmi, Luisa De Santis - Clara
Origine: Italia
Anno: 2022
Soggetto: Corrado Ceron, Federico Fava
Sceneggiatura: Corrado Ceron, Federico Fava, Valentina Zanella
Fotografia: Massimo Moschin
Musiche: Daniele Benati
Montaggio: Davide Vizzini
Produzione: K+
Distribuzione: Fandango
Durata: 115


Sentimentalismo romagnolo on the road con Olimpia, ex star del liscio che ora viaggia accelerando sulla nostalgia, complice una giovane che guida il furgone con cui aveva raccolto tanti successi. Se lei è ancora tutta una paillette di ricordi, l’autista è una ragazza timida e disabituata ai torti del mondo, ma la coppia funziona e la pazza gioia parte anche se col freno a mano. Accanto alla brava e reticente Silvia D’Amico, una sempre magica e provocante Stefania Sandrelli (si porta dietro il miglior cinema italiano) ci spiega il fascino di Acqua e anice, elementi che s’intorbidano a vicenda. Così l’agrodolce commedia di Corrado Ceron, che eccede alla fine in accanimento terapeutico melodrammatico, ma ricuce le ferite del tempo con una variegata sinfonia di suoni, toni, umori.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

Un segreto da portare con sé fino alla fine. O che sia forse proprio la fine di tutto, quell’inconfessabile verità da custodire, la decisione finale da non rivelare a nessuno. Olimpia è un’ex star del liscio ormai anziana, che dopo anni dai successi come cantante nelle balere, viene ingaggiata dalla sorella per esibirsi al suo matrimonio. Troverà in Maria (Silvia D’Amico) una fidata autista per accompagnarla in un tour dei ricordi, tra ex amanti e amici di vecchia data, fino alla meta finale, Zurigo, dove Olimpia dice di dover incontrare un’amica.
Acqua e anice è affidato totalmente al corpo e al volto di Stefania Sandrelli, che dà vita a un’Olimpia dalla personalità fuori misura, esuberante e al contempo naïf, che mal si adatta ai rigidi schemi sociali in cui invece Maria, al suo opposto, riservata, ritrosa, discreta, sembra trovarsi così a suo agio.
Attraverso il viaggio, Olimpia sembra voler fermare un tempo che nella sua mente scorre troppo velocemente, confondendosi, rannicchiandosi su se stesso in una morsa che le toglie il respiro. Ecco quindi che ogni incontro, ogni saluto di commiato, ogni momento di leggerezza che si concede, è un istante di sospensione, un tentativo di appesantire quel tempo fuggevole e tiranno, per dilatarlo, allungarlo, rimandarlo. E fermarsi a rifiatare, a liberarsi per un attimo dalla morsa di una disperazione solitaria e taciuta. A cui far buon viso concedendosi svago e leggerezza, racconti di gioventù ed eccessi, amori clandestini e confessioni.
La regia di Ceron è sempre garbata, mai invadente, e riesce a dar luce a sentimenti autentici che non eccedono mai nel pathos. Il film scorre lungo le strade dell’Emilia rurale e malinconica, annebbiata e desolata, metaforica rappresentazione visiva di Olimpia, in una ricerca intimista che non si prende mai troppo sul serio, e anzi è capace di cambiare registro non appena raggiunge i picchi di commozione più alti, abbandonandosi alla naturale e malinconica comicità della sua protagonista.
Chiara Zuccari, Sentieri Selvaggi