La La Land


07/04/2017 - 08/04/2017

Proiezione unica ore 21

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Regia: Damien Chazelle
Interpreti: Ryan Gosling (Sebastian), Emma Stone (Mia), John Legend (Keith), J.K. Simmons (Boss), Finn Wittrock (Greg)
Origine: Stati Uniti
Anno: 2016
Soggetto: Damien Chazelle
Sceneggiatura: Damien Chazelle
Fotografia: Linus Sandgren
Musiche: Justin Hurwitz
Montaggio: Tom Cross
Produzione: Impostor Pictures, Gilbert Films, Marc Platt Productions
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 127'


Los Angeles. Mia sogna di poter recitare ma intanto, mentre passa da un provino all’altro, serve caffè e cappuccini alle star. Sebastian è un musicista jazz che si guadagna da vivere suonando nei piano bar in cui nessuno si interessa a ciò che propone. I due si scontrano e si incontrano fino a quando nasce un rapporto che è cementato anche dalla comune volontà di realizzare i propri sogni e quindi dal sostegno reciproco. Il successo arriverà ma, insieme ad esso, gli ostacoli che porrà sul percorso della loro relazione.
Damien Chazelle ci aveva lasciato con uno scontro a due su un palcoscenico con in mezzo una batteria su cui grondavano copiose le gocce di sudore. Lo ritroviamo ora in un mondo (quello del musical) dove nessuno suda davvero e in cui tutto avviene con magica fluidità.
Woody Allen in Tutti dicono I Love You fa dire a uno dei personaggi che se si vuole raccontare una storia con la massima libertà creativa il genere da utilizzare è appunto quello del musical. Infatti, così come Woody e Goldie Hawn volavano sulla Senna in quel film, lo stesso fanno Ryan Gosling ed Emma Stone (che Allen lo conosce bene). Con questo però non si deve pensare che Chazelle si limiti a realizzare un film nostalgico o citazionista perché in realtà sa come andare ben oltre i parametri del classico e lo dichiara sin dallo straordinario piano sequenza iniziale.
Un regista che aveva vinto un Oscar per un montaggio a tratti frenetico spiazza tutti compiendo una scelta stilistica in netto contrasto in apertura. Perché Chazelle è assolutamente padrone della macchina cinema e non esita a riproporre il proprio amore per il jazz sotto una forma espressiva per lui nuova ma di cui mostra di conoscere ogni regola e strategia comunicativa. Ci racconta ancora una volta di solitudini che cercano di realizzare sogni che finiscono con il non poter essere condivisibili con nessuno. Neanche con colei o colui che ne aveva sostenuto il conseguimento. Lo fa con la leggerezza necessaria ma anche con quel sottofondo di malinconia che nasce da un accurato mix di musica e immagini. Se poi si va a leggere la data di nascita del regista ci si trova dinanzi a un’ulteriore sorpresa: Chazelle ha 31 anni e dimostra di saper innervare quella che avrebbe potuto risultare una semplice esibizione di conoscenze filologicamente corrette, con un senso dello scorrere del tempo da anziano saggio. Sa cioè come farci entrare in una storia d’amore di cui possiamo anche immaginare gli sviluppi, regalandoci al contempo un mood del tutto personale in grado di far sorridere ma anche di commuovere fino ad invitarci a un invito che finisce con il rinviare alla classicità: suonala ancora Seb!

(Giancarlo Zappoli – Mymovies)

 

Svolta nell’arco di quattro stagioni più un epilogo cinque anni dopo, “La La Land” è una commedia romantica dolce amara (viene in mente un Woody Allen senza le gag) che si immerge leggiadra nelle acque del musical, avvolgendosi su sei motivi che rappresentano passaggi chiave della vicenda: per cui questo terzo film di Damien Chazelle – candidato a 14 Oscar dopo aver sbancato ai Golden Globe – si può anche raccontare attraverso le canzoni composte da Justin Hurwitz – compagno d’università e collaboratore fisso del regista – e scritte dai parolieri Benj Pasek e Justin Paul. Un quartetto di magnifici trentenni che, lavorando sulla stessa lunghezza d’onda, hanno intessuto una partitura di immagini e suoni con sensibilità drammaturgica, giocando in bilico fra stilizzazione e realismo e permettendo ai deliziosi Emma Stone e Ryan Gosling – che, pur preparatisi per mesi, non sono né ballerini né cantanti – di interpretare i numeri musicali in funzione degli stati d’animo dei personaggi, da veri attori quali sono.
Con l’occhio a “Les Demoiselles de Rochefort” di Jacques Demy, il film apre sul traffico bloccato di un’affollata rampa della citta al ritmo travolgente di ‘Another Day of Sun’, introducendoci nella Los Angeles solare e insieme dura in cui vivono i protagonisti: Mia, aspirante attrice che accumula un fallimentare provino dietro l’altro; e Sebastian, pianista frustrato nella sua passione per il grande jazz.
Trascinata a un party dalle coinquiline, in ‘Someone in the Crowd’ Mia si ritaglia un momento introspettivo chiedendosi se non è destinata a restare un anonimo volto nella folla; ‘A Lovely Night’ segna il primo scatto di attrazione fra Mia e Sebastian, ed è un flirtare e un ritrarsi a passo di danza come negli stuzzicanti battibecchi della coppia Astaire/Rogers.
Composta a otto mani e cantata da John Legend, ‘Start of Fire’ rappresenta per Sebastian la canzone pop del compromesso con il successo; mentre le incantevoli ‘City of Stars’ e ‘Audition’ (entrambe candidate) sembrano scaturire dai recessi del cuore dei due giovani sognatori. Qua e là trapela qualche immaturità di regia, ma la struggente nostalgia di passato che accomuna personaggi e autore si traduce in energia creativa con uno slancio emozionale che contagia e conquista.

(Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa)